Guida a Chiesa parr. di S. Maria della Mercede e S. Adriano Martire
La chiesa è su disegno dell’architetto ing. Marco Piloni; la direzione dell’Ing. Fr. Fornali dell’Opera della Preserv. della Fede e l’esecuzione dell’impresa C. Ravella.
Sulla facciata in alto: la Madonna della Mercede seduta con due Angeli ai lati, di bronzo, è opera del Prof. G. Biggi.
In basso due stemmi: quello del S. Padre Pio XII a destra, l’altro dell’Ordine dei Mercedari a sinistra.
In mezzo: una croce con due Angeli ai lati.
Questi due ultimi lavori sono stati eseguiti dal Prof. G. Roscioli.
Sotto il portico Sopra la porta principale c’è l’epigrafe che dice:
D.O.M
TEMPLUM HOC IN HONOREM B. MARIAE V. DE MERCEDE ET SANCTI HADRIANI MARTIRIS DICATUM FUIT KALENDIS MARTII MCMLVIII PIO XII P. M.
A DIO OTTIMO MASSIMO
QUESTO TEMPIO IN ONORE DI MARIA SS. DELLA MERCEDE E DI S. ADRIANO MARTIRE FU DEDICATO IL 1° MARZO DEL 1958 ESSENDO SOMMO PONTEFICE PIO XII.
Le tre porte di mezzo danno accesso alla Chiesa; quella a destra alla casa, quella a sinistra alla sala della buona stampa.
Le porte, le bussole, i banchi e i confessionali sono della Ditta Patriarca.
In chiesa
Vi sono cinque altari.
L’affresco dell’altare maggiore si può dividere in tre quadri: il primo in alto: la Madonna della Mercede nella gloria degli angeli; il secondo: Santi e religiosi mercedari che contemplano la Madonna; il terzo: una redenzione di schiavi e una nave, che riconduce in patria gli chiavi liberati.
L’affresco è opera del Prof. Montanarini.
Il primo altare a destra (sempre di chi guarda) è dedicata al S. Cuore e il quadro è opera del Maratta. Il secondo altare dalla stessa parte è dedicato (per un voto fatto in tempo di guerra) a N. Signora di Bonaria, Patrona Massima della Sardegna.
Nostra Signora di Bonaria
È opera del pittore Prof. Antonio Mura: riproduce fedelmente sulla tela il maestoso Simulacro della Vergine di Bonaria, venerato con ardente amore da tutto il popolo sardo. Lateralmente, in 8 quadretti, viene ricordata la storia miracolosa della celebre Statua, dall’approdo al porto di Cagliari alla proclamazione a patrona Massima della Sardegna.
Dall’alto a sinistra: 1) la tempesta incontrata dalla nave proveniente dalla Spagna e diretta in Grecia; 2) tra la merce buttata a mare unica a galleggiare è una cassa che misteriosamente dirige la nave verso il porto di Cagliari in Sardegna; 3) quivi si ferma alla riva del porto, presso le cui vicinanza si trova il vetusto convento dei padri della Mercede, e rimane immobile nonostante gli sforzi dei marinai; 4) alle parole di un bimbo lattante vengono chiamati due padri della mercede i quali prelevano la misteriosa cassa portandola nella Chiesa del Convento.
Dall’alto a destra: 1) si apre la cassa ed appare una meravigliosa statua della Vergine con la candela accesa in mano, 2) il 24 aprile 1870, per decreto del Capitolo Vaticano la Vergine viene incoronata di aurea corona; 3) col miracolo della resurrezione da morte di un bimbo si dimostra la protezione della Vergine sul popolo Sardo; 4) il 24 aprile 1908 S. Em. Il Card. Pietro Maffi, a nome del Sommo Pontefice, S. Pio X, proclama la Madonna di Bonaria Patrona Massima della Sardegna.
L’Altare primo a sinistra: è dedicato alla S. Famiglia ed è una riproduzione di quadro di autore (seicento).
L’Altare secondo dalla stessa parte è consacrato alle SS. Felicita e Bonosa: a destra è S. Bonosa V. M. a sinistra S. Felicita con i sette figli martiri.
È opera del Prof. A. Urbani Del Fabbretto.
Sotto l’altare giace l’urna di S. Bonosa con le reliquie della Santa.
Gli altari
Quelli del S. Cuore, S. Famiglia e N. Signora di Bonaria sono quasi totalmente antichi (della chiesa demolita di S. Adriano al Foro Romano), eccettuati i cibori dei due ultimi e alcune parti che mancavano; quello di S. Felicita e Bonosa tutto nuovo e l’altare Maggiore quasi tutto nuovo. I lavori marmorei sono dell’artista R. Molinari e i cibori, compreso quello dell’altare maggiore, del Prof. Tavani. Gli sbalzi in argento del ciborio dell’altare maggiore dell’artista P. Orlandini.
Il trono dell’altare maggiore per l’esposizione del SS.mo e tutto di bronzo ed e opera del Prof. G. Biggi.
Torniamo in fondo alla chiesa: a sinistra, prima di entrare, c’è la cappellina della Pietà: il simulacro tanto venerato nell’antica S. Bonosa. Le mura sono tutte rivestite di marmo.
Entrati in chiesa: le acquasantiere sono costituite da due bellissimi Angeli in marmo della scuola del Bernini e posti prima nella chiesa già citata di S. Adriano.
A sinistra nella prima cappella c’è il Battistero: la vasca tutta di marmo e di un solo pezzo è la vasca già esistente nella chiesa nazionale argentina, chiesa, che funzionò da parrocchia negli anni 1932 e 1933. Il S. Giovanni Battista in bronzo, aggiunto dopo, è opera del Prof. Bertolino.
A destra presso l’entrata da via Basento, è posto il tempietto della Vergine incoronata della mercede, centro della devozione mariana della Parrocchia e della zona. Il tempietto, tutto in marmo, è opera dell’artista Sig. R. Molinari, eccettuate le colonne coi relativi capitelli, che sono antiche.
Le Stazioni della “Via Crucis” sono degli artisti G. Lombardi e Rubino e precisamente quelle pari del Lombardi e quelle dispari del Rubino.
Il grande stemma dell’Ordine della Mercede, posto in alto della facciata interiore della chiesa, è lo stesso che soprastava la porta d’ingresso del convento dei Pp. Mercedari a Via Bonella ed e opera del Settecento.
Vetrate
In alto ci sono dieci grandi vetrate lavoro della celebre ditta Quentin di Firenze, ma opera le cinque a sinistra di chi entra del Prof. Hainal e le altre cinque a destra del Prof. L. Avenale.
Le vetrate rappresentano la storia dell’Ordine della Mercede.
Ciascuna è divisa in tre parti: I (centrale) II (sinistra), III (destra).
Guardando l’altare a sinistra:
1. Parte Centrale: La Madre di Dio ispira a S. Pietro Nolasco la fondazione dell’Ordine della Mercede, ingiungendo a S. Raimondo di Penafort ed al Re Giacomo I di Aragona di cooperare all’attuazione dell’opera.
Parte Sinistra: S. Maria di Cervellon riceve l’abito dal Vescovo di Barcellona ed istituisce l’Ordine delle religiose Mercedarie, 25 marzo 1265.
Parte Destra: Il Papa Gregorio IX, in Perugia, approva l’Ordine assegnandogli la Regola di S. Agostino: 17 gennaio 1235.
2. Parte Centrale: Fondazione dell’ordine della mercede: 10 agosto 1218: il Vescovo di Barcellona impone lo scapolare a S. Pietro Nolasco e a 13 suoi primi compagni.
Parte Sinistra: Il Re Giacomo I d’Aragona dà ai membri dell’Ordine la facoltà di fregiarsi del suo stemma.
Parte Destra: Berengario, Vescovo di Barcellona, accorda all’Ordine le insegne della sua Cattedrale: la croce.
3. Parte Centrale: La lotta sostenuta dai Cavalieri della Mercede contro i nemici della fede: i mori.
Parte Sinistra: Saccheggi e devastazioni dei Mori sulle coste della Spagna, Italia, Francia meridionale.
Parte Destra: Le misere condizioni dei cristiani schiavi, martoriati e costretti ad abiurare la fede.
4. Parte Centrale: Episodi di redenzione degli schiavi. I Mercedari pagano anche di persona per liberare i cristiani dal giogo dei Mori.
Parte Sinistra: Partecipazione di Confraternite e di Opere di Apostolato alla redenzione degli schiavi, suscitando sempre nuove energie e raccogliendo mezzi per il riscatto.
Parte Destra: L’assistenza agli schiavi liberati da parte dei Padri e delle Suore Mercedarie.
5. Parte Centrale: S. Pietro Pascasio, Vescovo e Martire grande assertore dell’immacolata Concezione, decapitato mentre scendeva l’altare.
Parte Sinistra: S. Raimondo Nonnato, Cardinale: ebbe la labbra chiuse con un lucchetto, perché non parlasse più di Cristo.
Parte Destra: S. Pietro Armengaudio, Martire, da bandito a fervente mercenario, rimasto in ostaggio per liberare 18 giovanetti, fu appeso ad un patibolo e sostenuto dalla Vergine sino alla liberazione.
Partendo dall’altare a Destra
1. Parte Centrale: S. Pietro Nolasco, Patriarca dei Mercedari, muore abbracciando il Crocefisso.
Parte Sinistra: S. Pietro Nolasco, schiavo volontario, viene torturato. Liberato, raggiunge Valenza su una barca senza timone e senza remi.
Parte Destra: S. Pietro Nolasco gode nella preghiera la famigliare presenza della Vergine.
2. Parte Centrale: I Martiri degli eretici Ugonotti nell’episodio di Montpellier, dove furono trucidati 312 religiosi.
Parte Sinistra: S. Serapio, Cavaliere e Martire, rimasto in ostaggio, venne flagellato e messo in croce nel 1240.
Parte Destra: I Martiri della rivoluzione spagnola del 1936, durante la quale furono assassinati in odio alla fede più di 40 Religiosi.
3. Parte Centrale: S. Maria di Cervellon o del Soccorso, fondatrice del ramo femminile (1265).
Parte Sinistra: S. Natalia di Tolosa, trasportata ad Algeri dal suo Angelo Custode per liberare una giovane dalla schiavitù e dal peccato.
Parte Destra: B. Marianna di Gesù la quale visse la passione di Gesù nell’ardore delle sue contemplazioni e nell’asprezza delle sue penitenze.
4. Parte Centrale: Le diramazioni dell’Ordine a carattere Missionario in America, in Africa, in India, ecc.
Parte Sinistra: Il Ven. P. Giovanni Infante, il quale accompagnò Cristoforo Colombo e celebrò la prima Messa nell’America.
Parte Destra: Il Ven. Giovanni Solorzano, il quale accompagnò Colombo nel secondo viaggio e piantò la Croce nell’isola di Cuba, di cui ne è il Protomartire.
5. Parte Centrale:
1. Le prodigiose diramazioni dell’Ordine della Mercede; Mercedari Scalzi, Istituto delle Suore di N. S. della mercede, le Missionarie di Berriz, le Mercedarie della Carità ecc.
2. Il contributo al governo della Chiesa con 16 Cardinali, 15 Patriarchi, 400 Vescovi, primati, Nunzi, Vice-Re, Ambasciatori, ecc.
3. Il contributo alla scienza: S. Pietro Pascasio, Ven. G. Perez, Salmeron, Vargas, Tirso de Molina, ecc.
Parte Sinistra: Il Terz’Ordine della Mercede, di cui fecero parte Re, Regina, Pontefici, Duchi, Scienziati.
Parte Destra: L’Ordine della Mercede e l’Eucaristia: Le Mercedarie del SS.mo Sacramento.
In basso intorno ai quattro altari laterali ci sono due vetrate per ciascuno e sono opera del prof. R. Monti.
La torre campanaria consta di quattro campane, delle quali tre appartenenti alla chiesa demolita di S. Bonosa e la quarta (grande) nuova, lavoro della Ditta Lucenti di Roma.
I lampadari sono della Ditta “Stilnuovo” di Milano.
L’illuminazione è stata curata dal Sig. M. Bencivenga.